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18 gennaio 2012

Billo - Il Grand Dakhaar

Un film di Laura Muscardin. Con Thierno Thiam, Susy Laude, Marco Bonini, Paolo Gasparini, Carmen de Santos. Commedia, - Italia, Senegal 2008. - Achab Film uscita venerdì 19 settembre 2008.

Locandina Billo - Il Grand Dakhaar
Thierno s'imbarca dal Senegal alla volta dell'Italia con il sogno di lavorare nella moda. Ha un diploma di sarto, una bella cugina che ha promesso di aspettarlo e divenire sua sposa e la benedizione del marabout, il suo maestro di corano e di vita. Sbarcato a Roma ne passerà di tutti i colori, finirà in carcere per presunto terrorismo e perderà il lavoro per presunte molestie, fino a che troverà l'amore di Laura, né presunto né incerto, ma proprio nel momento in cui la famiglia lo reclama in Africa per le promesse nozze.
Billo, Il Grand Dakhaar , opera seconda di Laura Muscardin che esordì nel 2001 con "Giorni", si regge interamente sulle spalle di Thierno Thiam, l'attore senegalese che ha ispirato il racconto del film e che rivive le proprie peripezie sullo schermo con lo sguardo quasi ingenuo del bravo interprete e l'entusiasmo di chi, mentre recita, sta già realizzando un sogno.
La regista mescola bene le carte, la stagione romana e quella africana del protagonista procedono parallele ma sfasate nel tempo per incontrarsi nel punto in cui Thierno detto Billo, se ancora non ha capito del tutto i costumi occidentali, non riesce comunque più ad accettare gli usi africani, e allora, finalmente, si fa strada il quesito irrisolvibile dell'identità ed esplode la tragicommedia.
Evidente metafora della volontà di "mettersi nei panni dell'altro", il lavoro sartoriale di Billo porta con sé il senso di un'integrazione tutta da creare, di legami da "cucire" e riparare, e colora con l'estro delle vesti una pellicola povera (di mezzi) ma mai piagnucolosa.
Un po' Mork e Mindy – per la tenerezza di Laura/Susy Laude - e un po' E allora Mambo, il film sposa in patria l'estetica della commedia italiana (amichevoli partecipazioni di Lella Costa e Rolando Ravello comprese) e nelle scene africane i tempi e i modi del cinema africano, realizzando un'integrazione audiovisiva di fatto che è la sua principale ragione di piacere e d'interesse. "Borom Gaal", l'arrangiamento ad opera di Youssuo N'Dour del "Barcarolo romano" di Romolo Balzani, con tanto di caso diplomatico connesso (per un errore il musicista senegalese registrò inizialmente il pezzo in Siae a proprio nome), non è, infine, che la perfetta metonimia dell'operazione nel suo complesso.
Appesantito da una narrazione troppo preoccupata della sequenzialità cronologica e da uno stile un po' timido, che scansa la commedia tout court ma per scelta non solleva mai il dramma, Billo è una favola moderna, un'avventura picaresca fatta di incontri e di insidie, dove i sentimenti sono sinceri e i problemi non finiscono mai. Tanto meno con la fine del film.

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